URBS nel XXV anno di pubblicazione. Due parole sul lavoro che è stato fatto
Autunno 1986. Il primo numero di 16 pagine. |
Autunno 2016. L'ultimo numero del 2016 (88 pag.) |
URBS,
come la chiamiamo noi, ovvero “URBS silva et flumen”, come risulta dal registro
nazionale del periodici, entra nel suo XXV anno di pubblicazione e la raccolta
degli indici, così scarni ed essenziali, sono la migliore testimonianza del
lavoro appassionato che ha segnato questo periodo vissuto dalla redazione all’insegna
del tentativo costante di migliorare la pubblicazione sia sul piano dei contenuti
sia nella veste grafica.
Gli anniversari hanno il compito di rimarcare il tempo che passa e sono un implicito
invito a tracciare un bilancio delle cose fatte, delle cose da fare e dello
stato di salute del festeggiato; questa ricorrenza non fa eccezione.
Se quindi volgiamo lo sguardo a venticinque anni fa costatiamo come quel primo
numero della rivista “URBS silva et flumen”, uscito nell’autunno del 1986 (16
pagine di colore blu), non fu un fatto isolato. Da allora, ininterrottamente,
i numeri si sono succeduti gli uni agli altri sino ad oggi (67 a fine 2011,
per un totale di 3452 pagine e 860 articoli) aumentando in numero di pagine
(ultimamente ci siamo attestati sulle 264 annue, delle quali, sei per ogni numero
e la copertina sono a colori), nella varietà degli argomenti trattati e nell’autorevolezza
dei collaboratori, cosa che la porta ad essere accreditata anche negli ambienti
istituzionali della cultura: le Università, le Biblioteche, le Soprintendenze.
Le ricerche che vi compaiono, infatti, finiscono per svolgere un lavoro di supplenza
nei confronti delle istituzioni culturali, troppo impegnate ad occuparsi delle
capitali (Torino e Genova) per interessarsi ai nostri territori di confine come
l’Ovadese o più in generale l’Oltregiogo e l’Alto Monferrato..
Ma la pubblicazione è fatta principalmente per gli appassionati di storia e
per chi è curioso di conoscere il proprio territorio apprezza URBS perché la
rivista non ha dimenticato che fra i suoi compiti vi è quello della divulgazione,
compito che anche la grafica piacevole aiuta a svolgere. Detto questo non va
dimenticato che i risultati ottenuti in questo settore sono dovuti in buona
parte al fatto che ormai da anni l’impaginazione della rivista è fatta dalla
redazione stessa, il che consente di tener bassi i costi.
Di pari passo hanno progredito le strutture di cui ci siamo dotati per facilitare
il lavoro dei nostri collaboratori: la biblioteca, che avevamo pensato come
supporto naturale al lavoro dei ricercatori. che ora si approssima ai 10. 000
titoli fra articoli e monografie, ragion per cui, mentre ci vantiamo di non
trascurare anche il più modesto opuscolo sull’Ovadese, iniziamo a doverci porre
problemi di spazio. Dovremmo parlare anche l’Archivio “Monferrato”che in questi
anni è ulteriormente cresciuto, ma ci porterebbe lontano ...
Tante le persone da ringraziare dagli autori, agli sponsor a cui riserveremo
un grazie particolare per il sostegno ricevuto in tanti anni, ma soprattutto
alla redazione che in questi anni ha visto qualche nome cambiare ma è rimasta
praticamente immutata. Una citazione particolare a Giacomo Gastaldo che oltre
ad occuparsi della stampa della rivista ha maturato conoscenze sul trattamento
delle immagini e Renato Gastaldo che ha messo al nostro servizio il suo talento
di fotografo. Un abbraccio infine a Paolo Bavazzano che con me segue tutti i
numeri uno per uno.
Alessandro Laguzzi
URBS nel XXX anno di pubblicazione di Alessandro Laguzzi
Nel settembre del 1986 compariva nelle edicole e giungeva ai soci del nostro sodalizio il primo numero di una rivista che si fregiava di un pomposo nome latino «URBS silva et flumen» e si segnalava nella veste grafica per essere stampata in blu scuro, idea che era stata mutuata da un’analoga pubblicazione genovese dedicata a ricordare i cinquecento anni della nascita di Cristoforo Colombo. Ne erano autori un gruppo di appassionati che si radunava attorno all’Accademia Urbense e si prefiggeva di fornire una tribuna per far conoscere gli studi e le ricerche che venivano svolte sull’Ovadese, fornendo nel contempo l’occasione per rendere noti i documenti che nel corso degli anni si erano accumulati nell’archivio del sodalizio. L’anno successivo 1987 i numeri pubblicati erano quattro a 32 pagine, pur troppo unici e senza abbonamento postale, segno comunque di un interesse che spronava a continuare sulla strada intrapresa. Nel frattempo giungeva la registrazione presso il tribunale e veniva varato il n.1 dell’anno I°, sicché oggi siamo all’anno XXIXmo che, come abbiamo visto, in realtà è il trentesimo. I fascicoli ubblicati entro l’anno raggiungeranno i 100, per un totale di più di 5.000 pagine distribuite in un migliaio di articoli che si sono occupati di Archeologia, Architettura, Storia, Arte, Dialetto, Usi e Costumi, Letteratura Storia della Scienza, Leggende, Personaggi, ecc... sempre e comunque riferiti all’Ovadese storico. Un bilancio che può considerarsi soddisfacente, con alti e bassi, come succede in tutte le imprese ma che ha sempre mantenuto un livello dignitoso e che ha avuto i suoi picchi nei numeri che hanno affiancato sia la mostra sul Risorgimento: "Viva l’Itölia, lveve ra bretta" sia quella su "L’Ovadese e la Grande Guerra". Dovremmo ora ringraziare tutti coloro che dietro le quinte hanno operato per raggiungere questi risultati, gli autori, gli sponsor, i tanti che a vario titolo ci danno una mano, ma il discorso non può essere liquidato con due parole, un anno è lungo e troveremo certamente il modo di riprenderlo.
E' possibile consultare online gli indici delle annate (1986-2011) suddivisi cronologicamente, per autore, per luoghi, e per materie: scarica il pdf (923 Kb).
Tutti i numeri dal 1986 al 2021 sono consultabili integralmente in formato pdf nell'Archivio URBS.
(per una corretta visualizzazione degli indici e degli estratti è necessario )