Ignazio Benedetto Buffa
"Che
dovrò io dirti, Lettore cortese, di queste poesie, che ti presento,
di Ignazio Buffa ? Schiettamente io ti dirò, che se non dessi
per avventura ogni poetico pregio a certa amplitudine, e magnificenza
restringere (...); se tra sifatti limiti, io dicea, non vuolsi chiudere
tutto il bello poetico, ma di onorevol posto eziandio liberali essere
a un cotal estro spontaneo sparso felicemente su d'ogni maniera argomenti,
ad una lusinghiera, ed elegante semplicità, ad un modesto candore
io sento di confidare che il Buffa in questa parte abbia a riuscirsi
di poetiche bellezze per facile vena largo, ed accetto".
Così il figlio Tommaso, sia pure sommariamente, introduceva e
giudicava l'opera del padre nel volume "Poesia di Ignazio Buffa,
ovadano e saggi diversi" (Bologna, 1788). Caratteristiche
della sua poesia sarebbero dunque la varietà degli argomenti,
l'eleganza non ridondante dei versi, la semplicità. Antonella Ferraris, L'Arcadia in Ovada: Ignazio B. Buffa e l'Accademia Urbense, URBS, Anno I n.2 aprile 1988, pp. 46-49 (4 pp. in pdf 1,13 MB) Alessandro Laguzzi, Un'accademia letteraria ad Ovada nella seconda metà del sec. XVIII, URBS, Anno V n.1-2 mar-giu. 1992, pp. 4-14 (11 pp. in pdf 2,75 MB) Carlo Prosperi, Ignazio Benedetto Buffa: un arcade in riva all’Orba, in Alessandro Laguzzi e Edilio Riccardini (a cura di), Atti del Convegno “Studi di storia Ovadese”, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 53, Ovada 2005, pp. 242-303 (62 pp. in pdf alta qualità 0,65 MB) |