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Dalla
presentazione:
L’onda
immane, causata dal crollo della diga “Sella Zerbino”,
che il 13 agosto 1935 si riversò lungo il corso dell’Orba
tutto spazzando e tutto travolgendo, portando via con se: cose, animali,
persone, fu certamente l’avvenimento più importante,
se si esclude la lotta di Liberazione, che interessò le nostre
popolazioni nel secolo appena trascorso.
L’alto numero delle vittime, i danni ingenti che provocò,
la risonanza che l’avvenimento ebbe, anche a livello nazionale
nonostante le censure del periodo, la presenza del Re e delle più
alte cariche dello stato e della politica - non del “duce”,
che non voleva si associasse il suo nome ad eventi luttuosi - i cento,
i mille racconti che costellarono la vicenda, hanno finito per far
entrare l’evento nell’immaginario collettivo delle popolazioni
sicché si può dire che nessuno nella Valle dell’Orba
può dire di ignorarlo.
A settant’anni dai fatti ricordati, l’Accademia Urbense,
che per l’occasione ha chiamato a raccolta anche i soci molaresi
e si è avvalsa della collaborazione di chi da anni va raccogliendo
documenti sulla vicenda oltre che dei propri fondi archivistici, fa
rivivere attraverso una mostra fotografica e questa pubblicazione
quei tragici avvenimenti; una mostra realizzata in collaborazione
con le amministrazioni locali che intende essere il commosso ricordo
delle vittime e uno strumento fornito ai giovani dell’Ovadese,
perché conoscano meglio le vicende che hanno interessato i
loro nonni e possano meglio comprendere che la storia siamo noi.
Il
Presidente dell’Accademia Urbense
Alessandro Laguzzi