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Memorie dell'Accademia Urbense

Piero Ottonello, Santa Maria in Vezzulla a Masone, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 63, Ovada 2005, 32 pp.

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Dal libro a pag. 9:

La chiesa di Santa Maria in Vezzulla, più nota come Romitorio, si incontra appena fuori dall’abitato di Masone, in mezzo ai campi, leggermente rialzata rispetto a una piana alluvionale alla conflenza fra il torrente Vezzulla e il rio Taré.
L’edificio ha una radice tardo medioevale, ben leggibile nella pianta a croce e, in particolare, nelle tre absidi pressoché integre, tuttavia, la chiesa oggi è nota soprattutto come sacrario dedicato ai caduti della Resistenza e della lotta partigiana.
Nella cripta sono tumulate 22 salme, delle quali 12 rimaste ignote, dei 59 ostaggi fucilati per rappresaglia al colle del Turchino il 19 maggio del 1944 dalle SS e dalla marina tedesca, fianco a fianco con altri caduti par-tigiani provenienti da altre località come Olbicella e Guastalla, nonché alcuni fra i promotori della costruzione del sacrario, primo fra tutti lo scrittore masonese Carlo Pastorino che è stato l’ideatore e il motore, assieme al quasi omonimo genovese Carlo Pestarino, della ricostruzione della chiesa sui pochi ruderi risalenti al XII secolo. Una ricostruzione partita di slancio nella primavera del 1945, sull’onda emotiva della Liberazione e delle esumazioni dalle fosse comuni, dei discorsi pieni di fervore e di progetti, quindi proseguita in maniera stentata nel periodo della ricostruzione e della normalizzazione post-bellica, salvo essere ultimata nei primi anni Cinquanta, quando ormai il clima era definitivamente cambiato e altri erano già i temi e i protagonisti della vita e della politica.(...).