Adelina
Calderone e Giuseppe Moggio, Lermaciö. Immagini e racconti
di paese, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 57, Ovada
2004, 397 pp.
"Lermaciö"
una parola per tanti sconosciuta, ma che per i Lermesi rappresenta una
cosa viva e sentita, che caratterizza le persone e l’ambiente di un
piccolo paese monferrino dove lo scorrere del tempo ha lasciato indubbiamente
il segno.
Il lusinghiero successo e l’interesse suscitato nei Lermesi per la mostra
fotografica realizzata nell’Agosto 1996, ci hanno indotto a proseguire
nella ricerca di una Lerma perduta, (quella di ieri) dimenticata e abbandonata
nei cassetti di casa, per la stesura di un album fotografico.
Immagini che rappresentano anni della storia Lermese, a nostro parere
tutte degne di attenzione.
Il libro, importante dal punto di vista storico culturale, consente
di comprendere l’evoluzione dei costumi, i cambiamenti urbanistici e
riscoprire luoghi e abitudini che ormai non esistono più; vecchi
sobborghi (vedi Ricetto), feste campagnole e infine, con la vecchia
Lerma, i Lermesi di una volta con i loro stili inconfondibili.
La stesura d’importante valenza documentale e la ricerca approfondita
dei fatti e momenti storici da affiancare alle fotografie ci hanno impegnato
a fondo affinché ogni tassello trovasse la sua giusta collocazione,
cercando di evidenziare i legami storico sociali e di permettere ad
ogni lettore di venire a conoscenza di un mondo che soltanto in pochi
abbiamo avuto modo di conoscere, e di cui conserviamo ancora oggi il
ricordo. La nostra ricerca si è estesa anche alla consultazione
approfondita degli articoli redatti sui giornali: Il Corriere delle
Valli Stura e Orba e L'Alto Monferrato - Corriere della Democrazia,
stampati in Ovada, fonte preziosa di notizie e di informazioni di cronaca
paesana; si tratta di articoli interessanti che abbiamo ritenuto di
riproporre, alcuni in sintesi, altri integralmente. Indagando su tutto
questo passato, leggendo e osservando le fotografie si è riscoperto
e rivissuto emozioni di un tempo molto diverso dal nostro, quando ancora
la modernità e la speculazione edilizia non avevano cancellato
spazi in cui bambini e ragazzi (e a Lerma ve n’erano tanti) giocavano
liberamente in una dimensione miticamente "selvaggia".
Il libro, dunque, oltre a celebrare un’epoca della storia Lermese, vuol
essere uno stimolo a conservare tutte quelle culture locali che sono
il patrimonio fondamentale di ogni paese, senza il quale si corre il
rischio di perdere la propria identità.
Giuseppe
Moggio
Adelina Calderone