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Memorie dell'Accademia Urbense


Roberto Succio ed Elisabetta Vaiti (a cura di), BIANCO E ROSSO (gli eventi e i ricordi) – AGESCI Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani. Gruppo Ovada 1, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 56, Ovada 2004, 305 pp
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Dall'introduzione a pag. 5:

Sono pochi i gruppi scout che festeggiano l’ottantacinquesimo anniversario di fondazione. Questo non certo perché lo scoutismo sia poco diffuso: è una realtà educativa mondiale, che è presente ovunque, indipendentemente da ideologie e religioni.
Sono però pochi i gruppi scout che trovano sempre nuove forze per rimpiazzare coloro i quali, per ovvi motivi, di lavoro e di famiglia, ad un certo punto della propria vita non hanno più modo di far servizio in associazione.
Ebbene, se questo accade, se cioè esiste sempre un fisiologico turnover (in inglese è più chic), questo significa che, come nel film “La maschera di Zorro”, in cui lo Zorro anziano era sostituito dallo Zorro più giovane, i valori dello scoutismo sono così condivisi e radicati, in quel luogo, da consentirne una sorta di manifestazione turnaria a tutti.
Abbiamo ritenuto che quei valori, in un mondo globalizzato dove le cronache urlano ogni genere di banalità, di volgarità, di prepotenza e sopraffazione, o semplicemente di stupidità (che è meno peggio del resto, ma che è pur sempre qualcosa di nettamente negativo, ricordiamocelo!), meritassero stavolta un palcoscenico.
La prima parte è dedicata alla ricostruzione, per sommi capi, degli anni di attività del Gruppo.
Non troverete citati tutti i campi estivi, le uscite, gli eventi ai quali le tre branche hanno preso parte nel corso di questi anni. Sappiamo che per ognuno di noi sono indimenticabili gli eventi dei quali siamo stati protagonisti. Quelli rimangono per sempre nei nostri cuori, costituiscono la storia che ogni scout scrive, a modo suo, nel suo quaderno di caccia.
Abbiamo scelto di riportare solo gli eventi salienti, ovvero quelli che hanno fatto la storia del Gruppo Ovada 1.
La seconda parte riporta, nella loro immediatezza e quindi disomogeneità, un patchwork di ricordi, idee, avventure, riflessioni ed emozioni di uomini e donne, giovani, molto giovani, maturi o decisamente maturi, che hanno sottratto un poco del loro tempo alle mille cose da fare per ripensare alla loro esperienza scout.
Abbiamo voluto mantenere anche una certa rusticità di alcuni scritti, e una maggior pomposità di altri: ognuno ha il suo carattere ed il suo modo, barocco o sintetico, di vedere e raccontare le cose, le persone e la vita.
Ci scusiamo per la eterogeneità dello scrivere, e anche per certi sottintesi, che non sempre abbiamo voluto spiegare compiutamente e per esteso, per non togliere immediatezza al racconto: chi volesse conoscere meglio lo scoutismo trova una ricca bibliografia in appendice (e molti capi scout che vagano per Ovada in grado di recitarla a menadito...)
Ci scusiamo soprattutto per le inevitabili ed involontarie omissioni o imprecisioni: è difficile dar conto, con la precisione che merita, di una storia così ricca di fatti e persone.
Leggendo le righe che seguono, abbiamo fatto una considerazione: tutti gli autori, che furono o sono capi in Associazione, sono ora persone di successo.
E non perché siano attori di cinema, o milionari, desiderati, famosi ed invidiati, ma perché - e quello che scrivono, secondo noi, lo dimostra - si pongono come obiettivo quello di vivere cercando di avere rapporti umani appaganti.
Ecco, probabilmente, il segreto dello scoutismo: è uno strumento per il successo (B.P. scrisse un libro proprio dal titolo “La strada verso il successo”). Val la pena rifletterci su.
Concludendo, veniamo ai ringraziamenti.
Il primo, ovviamente, va alla Comunità dei Padri Scolopi, che dal 1920 ospita e sostiene il Gruppo, con la presenza, la preghiera, l’amicizia.
Un caloroso ringraziamento va poi all’Accademia Urbense, per la fiducia che ci ha accordato nel pubblicare questo testo.
Grazie anche a tutti quelli che hanno risposto alla chiamata, per la redazione di questo libro e la raccolta del materiale che lo illustra.
Un pensiero, concedetecelo, per quegli scout che hanno terminato il sentiero: come dice un canto alpino, vogliamo credere che stiano camminando per le montagne del Signore.
Un augurio.
Sappiano anche i nostri undici lettori e mezzo “prendere la vita come un gioco, ma non un gioco da nulla” (Baden Powell Lord of Gilwell - fondatore dello scoutismo).

Roberto Succio ed Elisabetta Vaiti