Scarica
il libro in formato pdf (2,20 Mb)
Sotto il titolo di Antologia Ovadese si
raccolgono alcune tra le più note poesie e canzoni di Colombo
Gajone che sono rimaste più vive nell'anima popolare. A tali
componimenti si aggiungono alcuni saggi dei numerosissimi stornelli
che il Gajone ha improvvisato e scritto in varie occasioni, e alcuni
pezzi del poemetto Niappe, che vasta risonanza ebbe nel 1944.
La raccolta di epigrammi I limùgni du Dè è
inedita, ed è frutto di questi ultimi anni. Il titolo del presente
libretto indica il centro dell'ispirazione e il motivo vitale della
poesia del Gajone: Ovada e le sue colline e i suoi contadini. Si ripropone
qui un motivo di lettura di alcuni componimenti poetici, la cui validità
è confermata dalla fortuna che essi hanno acquistato nel tempo
e dalla diffusa popolarità nell'ovadese.
Curare un'edizione di testi ovadesi comporta soprattutto una difficoltà
iniziale, che difficilmente può essere superata, per la mancanza
di una tradizione scritta: il problema dell' ortografia dialettale
ovadese. La morfologia stessa del dialetto ovadese presenta preoccupazioni
e difficoltà, che lascerebbero perplesso anche un dialettologo
esperto. Il lessico ovadese si differenzia dai dialetti monferrini
meridionali, e presenta soltanto somiglianze generiche con i dialetti
della Liguria centrale: c'è in esso una simbiosi di parlate
liguri e piemontesi, per cui discernere in esso componenti tali da
omologarlo ad un dialetto più che all'altro è cosa che
può. riuscire soltanto arbitraria. Non si può quindi
tener conto della tradizione ligure, né di quella subalpina,
perchè le differenze sono sostanziali. Un orientamento ortografico
nel nostro caso rischia di essere empirico, a causa di alcuni gruppi
di fonemi che sarebbe difficile rappresentare graficamente, e recherebbero
difficoltà tipografiche ingenti. L'ortografia adottata non
è del tutto funzionale alla lettura di alcuni suoni-tipo; d'altra
parte non ci sembra necessario fornire di eccessivo rigore filologico
la presente edizione, fatta per il gran pubblico: sarebbe un appesantimento
superfluo. Si è migliorata senz'altro l'ortografia del Gajone,
del tutto inaccettabile, perchè l'autore ha scritto i versi
secondo un criterio di dizione, senza tener presente il valore logico
e grammaticale della parola. I testi che ci sono pervenuti in dialetto
ovadese: la traduzione settecentesca delle prime cinquanta ottave
della Gerusalemme Liberata del Tasso, conservata in un codice
settecentesco dell'archivio Buffa in Ovada; le canzoni e i sonetti
di Antonio Rebora, Ra carossa do diao del Carlini del secolo
scorso, non sono tali da rappresentare per noi autorità di
scrittura, anche perchè il dialetto è sensibilmente
cambiato, Il difetto ortografico del Gajone, come dei poeti dialettali
in genere, è la tendenza ad italianizzare, o a usare dittonghi
francesi, senza aver prima stabilito un prospetto di essi con le relative
regole di lettura.
Utili sono ancora oggi le regole ortografiche adottate da Domenico
Buffa per la Raccolta di canzoni popolari che egli iniziò
intorno al 1840. Abbiamo dunque tenuto presenti tali regole per la
presente edizione e nel contempo si è cercato di rendere il
più possibile l'ortografia aderente al suono della parola,
e si sono evitati i riferimenti alla lingua nazionale.