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Mi domanda
se io ci credo al fantasma, quando poi nomina il castello a Laguzzi
brillano gli occhi: è un riflesso condizionato. C’è
lì anche un ragazzone della pro loco di Montaldeo: lui istituzionalmente
deve crederci, sta scritto nelle carte.
Io gli dico che solitamente non credo a niente, figuriamoci ai fantasmi
poi! Eppure qualcuno giura di averlo visto, mi dice.
Da quello che mi raccontano è ilfantasma di una monaca di nome
Costanza murata viva, pare per ragioni di corna e che certe sere,
a suo piacimento, prende su, sale in alto tra i merli della torre
e guarda sotto se la guardiamo. Si presume che la suora l’abbia
ammazzata, o lasciata morire, un certo Clemente Doria. Ma questo tanti
anni fa!, sarebbe tempo perso piangerla adesso.
Guarda che sono Doria anche gli attuali castellani, mi informa Gastaldo,
ed è come mi dicesse: se scrivi qualcosa mi raccomando! ...
E’ sempre un loro parente, pertanto ... Ma l’ha ammazzata
o non l’ha ammazzata?, gli chiedo. Non si sbilancia, non vuole
compromettersi per ragioni di buon vicinato: lui è di Lerma.
Per ulteriori informazioni mi mettono in mano un vecchio numero di
Urbs con su un articolo di una certa Ferraris che, a proposito del
fantasma, cita un certo Martinengo che, a proposito del fantasma,
cita un certo Rosi che, sempre a proposito del fantasma ...
Visto che ci hanno provato in tanti, una balla sul fantasma la potrei
scrivere anch’io, mi dico. In fondo, credere ai fantasmi è
come credere che la giustizia è uguale per tutti. Non disturba.
Mario
Canepa