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Memorie dell'Accademia Urbense

Mario Canepa, Bala giainte (volume 1), Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 37, Ovada 2001, pp. 448.

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Dall'introduzione a pag. 5:

[...] Chiedo a Mario se ha in mente un titolo e lui risponde “Bala Giainte”: Mi sembra un’ottima scelta e sono certo che sarà condivisa anche da quelli che gli hanno affidato gli effetti più cari: vale a dire centinaia di foto di famiglia sapendo di metterle in buone mani. Hanno atteso a lungo in cassetti e in vecchi comò, hanno traslocato da un mobile all’altro, da una casa all’altra; poi, un bel giorno, uscite dalla scatola di latta hanno deciso di partecipare a questo convegno estivo organizzato dall’Accademia. Alcune foto hanno persino solcato l’oceano e per una serie di circostanze sono ritornate, dopo decenni, qui da noi in Ovada, da dove erano state spedite: ingiallite, sfregiate, coi bordi rosicchiati, ripiegate, odorose di muffa e di naftalina. Grazie ai nuovi ritrovati dell’informatica sono ringiovanite e ora sono pronte per la gran parata. Piccoli e grandi formati, scattate in Ovada e fuori Ovada, da dilettanti e professionisti, in occasione di memorabili abbuffate, di un tuffo nelle fresche acque dell’Orba con belle gambe messe in fila, durante una gita, oppure a testimonianza di cerimonie civili e religiose ed eventi belli e brutti della cronaca cittadina. Poi ci sono i ritratti, le foto di gruppo, i bambini che ormai sono adulti e c’è solamente da scegliere.
Credo che sfogliando questo libro ognuno proverà emozioni diverse ma non potrà fare a meno di ricordare la sua gente, rivedere i vecchi quartieri, i vicoli e le contrade affollati nei giorni di festa: sfileranno volti famigliari, torneranno in mente storie vissute e ascoltate, un’Ovada con le strade sterrate, con campi di grano e muretti di cinta di giardini a lato delle vie principali, capannelli di gente davanti al Bar Stella dove Mario ha lasciato un pezzo di cuore. Le immagini inizieranno lentamente ad animarsi; le voci e i rumori di allora giungeranno all’orecchio sempre più veri per far da colonna sonora ad un film pronto a partire. Basterà chiedere a Franchin del Cinema Moderno, presente tra i mille volti del libro, di prendere ancora una volta il suo posto in cabina e avviare il motore.
Il fascio di luce fenderà il buio della sala e quando sullo schermo leggeremo “Bala Giainte” allora potremo iniziare a sognare.

Paolo Bavazzano