Emilio Podestà, Documenti per la Storia dell'Oltregiogo Monferrino
, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 33, Ovada 2000,
290 pp.
Con
la pubblicazione di Documenti per la storia dell’Oltregiogo
monferrino, l’Accademia Urbense intende ricordare, ad un
anno dalla scomparsa, Emilio Podestà, la cui opera a favore della
conoscenza della storia dell’Oltregiogo si accresce così
di un altro capitolo.
Se l’elenco delle monografie e degli articoli, con la copiosa
produzione, sta a testimoniare l’impegno, la capacità e
la vivacità degli interessi dell’autore, nulla dice dell’entusiasmo
coinvolgente che egli sapeva infondere sui temi che gli erano cari,
fossero questi il ritrovamento degli spartiti vivaldiani, già
posseduti da Giacomo Durazzo, o l’utilità del computer
nella ricerca storica.
Proprio di questa sua dote aveva bisogno lo sparuto manipolo di appassionati
di storia, giovani e meno giovani, che, quindici anni fa, dava l’avvio
ad “URBS, silva et flumen”, la rivista trimestrale dell’Accademia,
iniziando quell’impresa che molti preconizzavano destinata al
fallimento.
Il suo entusiasmo e l’impegno al nostro fianco - la presenza di
Emilio, nei primi anni di vita della rivista, può dirsi pressoché
continua - hanno fatto sì che la pubblicazione decollasse e si
potesse compiere quella trasformazione che, soltanto pochi anni dopo,
ha consentito alla nostra associazione di presentarsi con le carte in
regola all’impegnativo appuntamento costituito dal convegno storico:
San Quintino di Spigno, Acqui Terme e Ovada..., che celebrava
i mille anni della nostra città.
Anche in quell’occasione, il lavoro più importante e foriero
di ulteriori sviluppi che venne presentato al convegno furono le risultanze
de I cartulari del notaio Giacomo di Santa Savina (1283-1289). Storia
e vita del Borgo di Ovada alla fine del secoloXIII, l’opera
che vedeva Emilio coautore con Paola Piana Toniolo.
L’anno prima, dei tre volumi, che, segnarono il rinascere della
collana “Memorie dell’Accademia Urbense”, uno era
interamente suo: I banditi della Valle Stura. Una cronaca del secolo
XVI. In quello: La Parrocchiale di Ovada, il suo saggio:
Le antiche chiese e la Nuova Parrocchiale, apriva il tomo e
ancor oggi, che i titoli della collana hanno superato la trentina, un
quarto di essi si devono a lui.
Se dell’importanza dei suoi studi, nel complesso, ha scritto Geo
Pistarino con ben altra autorità e competenza di quella di chi
scrive, bastano, tuttavia, queste mie semplici considerazioni per far
comprendere quale sia il debito di riconoscenza che l’Accademia
Urbense sente di aver contratto nei riguardi di Emilio.
Sentimento che, con il nostro sodalizio, accomuna l’intero Ovadese,
il quale deve alle sue assidue ricerche se una parte non trascurabile
della sua storia è emersa dall’oblio a cui la destinavano
gli archivi ignorati per secoli. Questo lo hanno ben compreso i Sindaci
di Mornese e di Parodi Ligure, che mi hanno preannunciato un loro intervento,
perché la toponomastica dei loro comuni perpetui il nome di Emilio
Podestà.
L’Accademia, l’anno prossimo, dedicherà un numero
della rivista “URBS”, alla pubblicazione di articoli in
suo onore, che già stanno giungendo dai numerosi studiosi che
lo stimavano.
Presto ci auguriamo di poter dare alle stampe il primo volume della
Storia di Ovada, curata dal Prof. Romeo Pavoni, e della quale il capitolo
affidato a suo tempo ad Emilio, relativo al Trecento, è da tempo
ultimato.
Queste iniziative, che rendono onore all’uomo di studi, tuttavia,
non attenuano il cordoglio per la sua scomparsa, perché Emilio
non era solo un uomo buono, uno studioso valoroso, per l’Accademia,
e per me soprattutto, era un amico.
Alessandro Laguzzi