Memorie dell'Accademia Urbense
Mario Canepa, Anni cinquanta passati in fretta, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 32, Ovada 2000, 432 pp. Scarica il libro in formato pdf (35,88 Mb) Dalla presentazione: L'incipit, oppure la genesi di questo volume, visto che sono obbligato a esprimermi, come Mario ama pensare che debbano scrivere i parrucconi che si occupano di storia, risale a diversi anni fa, quando Leo Pola decise di aderire all'invito, che Giacomo Gastaldo gli rivolgeva, di depositare il proprio archivio fotografico presso l'Accademia Urbense. Leo di mestiere era gestore della “Trattoria della Pace”, ma nel tempo che gli rimaneva libero, metteva a frutto la passione e le conoscenze che aveva ricevuto da militare in campo fotografico, e in questa seconda attività aveva incontrato una certa popolarità che gli derivava dalla semplicità d'approccio e dai prezzi miti. Davanti alla sua camera era quindi passata mezza Ovada (l'altra si rivolgeva ad Ugo, Benzi e Gastaldo verranno dopo) e molti degli avvenimenti ovadesi che caratterizzarono gli anni '50 e '60 del secolo appena trascorso. L'Accademia riceveva così per il proprio archivio più di cinquemila negativi che costituivano la delizia di Paolo Bavazzano e di Gastaldo che rosi dalla curiosità ne iniziavano la stampa compatibilmente con i fondi a disposizione (che, per definizione, sono sempre pochi) e questa era la loro croce. Un giorno infine, capitava in Accademia il Geom. Costa che, viste le prime stampe, da appassionato, si entusiasmava alla vicenda e fingendo di mettersi alla ricerca di quelle del suo matrimonio, finiva poi, sempre più intrigato, per assumersi il compito di stamparne un numero che presto diventava considerevole. A questo punto, per Giacomo, che aveva ben chiaro il proposito di ripetere il successo decretato dagli Ovadesi a Saluti da Ovada e un abbraccio affettuoso, la trappola era pronta, si trattava di capire quale sarebbe stata la massa critica che avrebbe dato il via all'operazione. Frattanto quando incontrava Mario non mancava mai di accennare alle foto: se voleva passare a dare un'occhiata; si, erano quasi un migliaio; certe erano proprio interessanti; insomma gli inviti diventavano via via più espliciti ed un bel giorno il bel riottoso ha deciso di passare a prendere il caffè galeotto.
|