Scarica
il libro in formato pdf (19,13 Mb)
Dalla
Prefazione:
Nel
1907 comparve sul «Bollettino Storico Bibliografico Sabalpino»
l'articolo di un giovane studioso ovadese, Ambrogio Pesce Maineri:
Cenni sulla Condizione giuridica e politica di Ovada dal secolo
X al XV.
L'autore in una nota introduttiva scriveva:
È questa la prima parte di un lavoro più ampio,
intitolato «Documenti e Notizie per la storia di Ovada»
le cui partizioni sono: Parte I: Cenni generali (questa che si pubblica)
- Parte II: Regesti di atti notarili rogati in Ovada nel secolo XIII.
- Parte III: Frammenti di storia ovadese (secolo XV).
Un ambizioso piano di studi, come si può giudicare, che avrebbero
dovuto portarlo in breve tempo alla pubblicazione di una serie di
lavori, alcuni già avviati come dichiarava più oltre,
che avrebbero permesso di tracciare un quadro, se non esaustivo, certo
esauriente della storia ovadese del periodo indicato.
Purtroppo, e non ne sappiamo il motivo, a tale intento non seguirono
i fatti, e sebbene successivamente le opere del Pesce Maineri, qua
e là, facciano ancora cenno a quel lontano impegno, nulla sull'argomento
venne più pubblicato.
La riscoperta, alcuni anni fa, da parte di Paolo Bavazzano, di Giacomo
Gastaldo e mia di gran parte degli appunti raccolti dallo Storico
ovadese in anni di ricerche (una quarantina di quaderni) e il loro
affidamento da parte degli eredi del Pesce Maineri all'Accademia Urbense,
ha consentito di riprendere il filo interrotto. Così grazie
all'impegno di Paola Toniolo e di Emilio Podestà si è
giunti, in occasione del «millenario» della nostra città,
ad una prima pubblicazione: I cartulari del notaio Giacomo di
Santa Savina (1283 - 1289) - Storia e vita del Borgo di Ovada alla
fine del secolo XIII, al quale segue oggi questo volume, che
si può dire concluda quel lontanissimo piano editoriale.
L'Accademia Urbense è grata ad Emilio Podestà per aver
ripreso il bandolo della ricerca interrotta e per averlo dipanato
con amore e competenza, come è suo costume. sino agli esiti
felici che ci stanno d'innanzi e che illuminano la vita e gli avvenimenti
dell'Ovada del Quattrocento. un periodo sino ad ora poco noto, sul
quale fioriva una cupa leggenda.
I documenti ci parlano di un'Ovada travagliata da cento vicissitudini,
nella quale la presenza milanese è particolarmente viva e aggiungerei
bene accetta agli Ovadesi, che mostrano preferirla a quella di una
Genova afflitta da continue lotte intestine ed incapace di assicurare,
non solo ad Ovada, ma persino a se stessa, qualunque tipo di stabilità.
Purtroppo i fatti si incaricarono di dimostrare che tante attese erano
mal riposte e che il nostro borgo, nelle mani dello Sforza, Signore
di Milano, non era che una pedina, un premio, il guiderdone per ricompensare
la fedeltà o l'aiuto ricevuto in più vasti disegni.
In questa ottica si colloca il tentativo condotto dagli esponenti
della famiglia Adorno, Prospero dapprima e poi Agostino e Giovanni,
di costituire nell'Ovadese uno Stato degli Adorno, disegno al cui
inizio assistiamo in queste pagine.
Acquisizioni queste tali da interessare la stessa storia genovese
e che ben cifanno intendere il debito che l'Accademia Urbense e gli
studiosi del periodo hanno contratto con Emilio Podestà. Con
Lui dobbiamo ringraziare, e la cosa ci fa indubbiamente piacere, Edilio
Riccardini, l'apporto delle cui ricerche all'Archivio di Stato di
Milano, come dichiara lo stesso autore, è stato prezioso e
costituisce un significativo segno di continuità per la nostra
associazione.
Un grazie infine all'Amministrazione Comunale Ovadese, il cui contributo,
unito a quello dei nostri associati, ha consentito la pubblicazione.
Il curatore della collana
Alessandro Laguzzi