Biblioteca digitale

Memorie dell'Accademia Urbense


Emilio Podestà, Gli atti del notaio G. Antonio De Ferrari Buzalino (1463 - 1464). Storia e vita del borgo di Ovada nel secolo XV, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 11, Ovada 1994, 399 pp
.

Scarica il libro in formato pdf (19,13 Mb)

Dalla Prefazione:

Nel 1907 comparve sul «Bollettino Storico Bibliografico Sabalpino» l'articolo di un giovane studioso ovadese, Ambrogio Pesce Maineri: Cenni sulla Condizione giuridica e politica di Ovada dal secolo X al XV.
L'autore in una nota introduttiva scriveva:
È questa la prima parte di un lavoro più ampio, intitolato «Documenti e Notizie per la storia di Ovada» le cui partizioni sono: Parte I: Cenni generali (questa che si pubblica) - Parte II: Regesti di atti notarili rogati in Ovada nel secolo XIII. - Parte III: Frammenti di storia ovadese (secolo XV).
Un ambizioso piano di studi, come si può giudicare, che avrebbero dovuto portarlo in breve tempo alla pubblicazione di una serie di lavori, alcuni già avviati come dichiarava più oltre, che avrebbero permesso di tracciare un quadro, se non esaustivo, certo esauriente della storia ovadese del periodo indicato.
Purtroppo, e non ne sappiamo il motivo, a tale intento non seguirono i fatti, e sebbene successivamente le opere del Pesce Maineri, qua e là, facciano ancora cenno a quel lontano impegno, nulla sull'argomento venne più pubblicato.
La riscoperta, alcuni anni fa, da parte di Paolo Bavazzano, di Giacomo Gastaldo e mia di gran parte degli appunti raccolti dallo Storico ovadese in anni di ricerche (una quarantina di quaderni) e il loro affidamento da parte degli eredi del Pesce Maineri all'Accademia Urbense, ha consentito di riprendere il filo interrotto. Così grazie all'impegno di Paola Toniolo e di Emilio Podestà si è giunti, in occasione del «millenario» della nostra città, ad una prima pubblicazione: I cartulari del notaio Giacomo di Santa Savina (1283 - 1289) - Storia e vita del Borgo di Ovada alla fine del secolo XIII, al quale segue oggi questo volume, che si può dire concluda quel lontanissimo piano editoriale.
L'Accademia Urbense è grata ad Emilio Podestà per aver ripreso il bandolo della ricerca interrotta e per averlo dipanato con amore e competenza, come è suo costume. sino agli esiti felici che ci stanno d'innanzi e che illuminano la vita e gli avvenimenti dell'Ovada del Quattrocento. un periodo sino ad ora poco noto, sul quale fioriva una cupa leggenda.
I documenti ci parlano di un'Ovada travagliata da cento vicissitudini, nella quale la presenza milanese è particolarmente viva e aggiungerei bene accetta agli Ovadesi, che mostrano preferirla a quella di una Genova afflitta da continue lotte intestine ed incapace di assicurare, non solo ad Ovada, ma persino a se stessa, qualunque tipo di stabilità.
Purtroppo i fatti si incaricarono di dimostrare che tante attese erano mal riposte e che il nostro borgo, nelle mani dello Sforza, Signore di Milano, non era che una pedina, un premio, il guiderdone per ricompensare la fedeltà o l'aiuto ricevuto in più vasti disegni.
In questa ottica si colloca il tentativo condotto dagli esponenti della famiglia Adorno, Prospero dapprima e poi Agostino e Giovanni, di costituire nell'Ovadese uno Stato degli Adorno, disegno al cui inizio assistiamo in queste pagine.
Acquisizioni queste tali da interessare la stessa storia genovese e che ben cifanno intendere il debito che l'Accademia Urbense e gli studiosi del periodo hanno contratto con Emilio Podestà. Con Lui dobbiamo ringraziare, e la cosa ci fa indubbiamente piacere, Edilio Riccardini, l'apporto delle cui ricerche all'Archivio di Stato di Milano, come dichiara lo stesso autore, è stato prezioso e costituisce un significativo segno di continuità per la nostra associazione.
Un grazie infine all'Amministrazione Comunale Ovadese, il cui contributo, unito a quello dei nostri associati, ha consentito la pubblicazione.


Il curatore della collana
Alessandro Laguzzi