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Non
è stato difficile per gli amici del "Comitato per la rinascita
dello Splendor" convincere l'Accademia Urbense ad aderire al
progetto di una pubblicazione che ricordasse i più che novant
'anni del Ricreatorio Don Salvi e del Teatro Splendor.
La proposta era stata appena formulata che già a molti di noi
si affollavano nella mente decine e decine di ricordi legati a questo
luogo. Da quelli più lontani di Natale Proto ed Elio Ratto,
che ebbero la fortuna di conoscere di persona Don Salvi, a Franco
Pesce, che calcò le scene quando in palcoscenico imperversavano
Pit e Relio, a chi scrive, che incominciò a frequentarlo all'arrivo
di un giovane viceparroco di nome Valorio, a Paolo Bavazzano, che
bimbetto si sganasciava dal ridere nel buio della sala alle disavventure
di Gianni e Pinotto e di Stanlio e Ollio, pernonparlare di Franco
Resecco, che forse quelle esperienze le ha attraversate tutte in veste
di spettatore, scenografo, attore, regista, autore e poeta.
Tutti sentivamo di dovere qualcosa a questo luogo che ha rappresentato
per noi ma, possiamo aggiungere senza enfasi, per la stragrande maggioranza
dei nostri concittadini, un preciso punto di riferimento nell'adolescenza
e nella prima giovinezza.
Ecco quindi sgorgare spontanee le pagine di questo libro che ha come
filo conduttore la voglia di divertirsi di generazioni di Ovadesi.
Poi col divertimento, con la voglia di stare assieme nasceva, sotto
la guida dei più grandi e il bonario indirizzo dell'assistente
ecclesiastico nche la riflessione e il senso di responsabilità,
sicché ognuno, quando prendeva il volo, aveva realizzato pienamente
il motto del Fondatore «Divertendo educo».
Alessandro Laguzzi