CENNI STORICI
DUE SECOLI DI STORIA

Scrive lo Spotorno, nella sua Storia Letteraria della Liguria: "Degno di speciale encomio [fra i poeti] sarebbe Ignazio Buffa di Ovada, mancato a' mortali nel 1784 in età di anni 46. Egli fu poeta vivace, gentile, e serbò la venustà dello stile italiano […]. Ignazio fondò nella sua patria l'Accademia Urbense, così detta dal fiume Urba, che la bagna, e fu noto agli antichi". Ignazio Benedetto Buffa, come ricorda il dotto barnabita, fu dunque poeta e fondò l'Accademia Urbense. Conferma a queste notizie la ricaviamo dagli scritti del Buffa stesso, che in capo a uno fra gli ultimi brani della sua raccolta manoscritta di componimenti, Poetiche Fantasie, scrive: "Per la nuova Accademia Urbense fondata in Ovada l'anno 1783 che ha per insegna una zampogna circondata da una ghirlanda intrecciata di alloro e di viti col motto intexta vitibus". Ovada ebbe dunque una sua Accademia che, prendendo spunto dal nome latino del domestico torrente Orba, si chiamò Urbense e riprodusse lungo le sue rive la vagheggiata Arcadia. Lo stesso volume del Buffa ci rivela anche i membri della società letteraria che si stringevano attorno a lui e avevano nel marchese di Silvano, Alessandro Botta-Adorno, un nobile protettore: i fratelli abati Niccolò e Francesco Pizzorno, il padre scolopio Dionigi Buffa, il canonico Vincenzo Dania, l'avvocato Eugenio Nervi con i figli. La colonia arcadica ovadese trovava accoglienza nel salotto di Teresa Pinelli, contessa di Tagliolo, o in quello della nobile Marina Maineri. Furono certo valutazioni che riconoscevano alla antica istituzione un'importante funzione di promozione culturale non disgiunta da un'azione rinnovatrice, che spinse Eraldo Ighina, cultore assiduo di storia ligure e piemontese, a riproporne il termine, quando nel 1957 in Ovada si volle fondare un centro di cultura o comunque un circolo artistico-culturale, come in un primo tempo si diceva. A metà degli anni ottanta, l'arrivo di nuove forze ha consentito all'associazione una riflessione sul proprio ruolo che l'ha portata per corrispondere alle esigenze culturali della nostra cittadina, alla costituzione di una biblioteca specialistica che raccogliesse quanto si pubblicava sull'Ovadese e alla fondazione di un periodico trimestrale "Urbs. Silva et flumen". Da allora, grazie a questi strumenti, che si sono rivelati efficaci, e il successo conseguito in occasione della ricorrenza del Millenario cittadino ne è stata la cartina di tornasole, essa continua costantemente ad operare per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, linguistico e folcloristico dell'Ovadese nella prospettiva, com'è nei suoi obbiettivi fondamentali, di operare armonizzando il rigore scientifico con la divulgazione.

Alessandro Laguzzi - Giancarlo Subbrero